Uno studio condotto in Francia e Spagna alla UW-Madison Waisman Centre indica che la pratica della meditazione produce una serie di effetti genetici e molecolari sui partecipanti. Più precisamente, si sono registrati livelli ridotti di geni pro-infiammatori, che a sua volta hanno portato ad un recupero più veloce del fisico da una situazione stressante.
Le malattie cardiache mietono più vittime rispetto a qualsiasi altra patologia.
In uno studio pubblicato alla fine del 2012, a un gruppo di oltre 200 individui ad alto rischio è stato chiesto di partecipare ad una lezione di educazione sanitaria che promuoveva esercizio fisico e dieta più sana, oppure di prendere parte ad un corso di meditazione trascendentale. Nel corso dei 5 anni successivi i ricercatori che hanno seguito i progressi dei partecipanti hanno scoperto che coloro che hanno frequentato il corso di meditazione hanno registrato una riduzione del 48% del loro rischio di infarto, ictus e morte.
È stato rilevato come la meditazione abbia “significativamente ridotto il rischio di mortalità, infarto miocardico e ictus nei pazienti con malattia coronarica. Questi cambiamenti sono stati associati a pressione sanguigna più bassa e fattori di stress psicosociali”.
Altre ricerche nello stesso campo hanno portato a conclusioni simili.
Questa è la conclusione di oltre 20 studi di controllo tratti da PubMed, PsycInfo, e i Cochrane Databases, che hanno coinvolto diverse tecniche di meditazione, preghiera meditativa, yoga e risposta di rilassamento.
In uno studio pubblicato dall’Associazione coreana di Medicina Tradizionale Genuina, i praticanti della IAM, Integrated Amrita Meditation Technique, hanno mostrato una significativa diminuzione della frequenza cardiaca e di quella respiratoria per un massimo di 8 mesi dopo il periodo di formazione.
In uno studio pubblicato su PubMed, 11 partecipanti che hanno sofferto di fibromialgia sono stati sottoposti a una formazione di meditazione della durata di 8 settimane. Come risultato, i ricercatori hanno riscontrato un miglioramento significativo dello stato di salute generale dei partecipanti e dei sintomi di rigidità, ansia e depressione. Miglioramenti significativi sono stati osservati anche nel numero riportato di giorni in cui i partecipanti si sentivano bene e non erano costretti a saltare il lavoro a causa della fibromialgia.
In una ricerca condotta da un gruppo di neuroscienziati della University of Wisconsin-Madison, due gruppi di persone sono stati esposti a diversi metodi di controllo dello stress. Alcuni di loro hanno ricevuto una formazione di meditazione, mentre l’altro gruppo ha affrontato una terapia che comprendeva l’educazione alimentare, l’esercizio fisico e la musica. Lo studio ha concluso che la meditazione era risultata più efficace nell’alleviare i sintomi infiammatori rispetto ad altre attività promotrici del benessere.
Lo stress psicologico è un potente grilletto per l’infiammazione. Un intervento di riduzione dello stress basato sulla meditazione mindfulness e somministrato in un’audiocassetta durante una terapia a luce ultravioletta ha contribuito ad arginare più rapidamente le lesioni dei pazienti affetti da psoriasi.
I telomeri sono una parte essenziale delle cellule umane che influenzano il loro processo di invecchiamento. Sebbene la ricerca associata non sia ancora conclusiva, alcuni dati suggeriscono che “alcune forme di meditazione possono avere effetti salutari sulla lunghezza dei telomeri, riducendo lo stress cognitivo e aumentando gli stati d’animo positivi, fattori ormonali che possono favorire il mantenimento dei telomeri.”
Esiste un’abbondanza di studi sui benefici che la meditazione può portare al nostro organismo. La scienza ha provato che questo tipo di meditazione è in grado di:
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