I benefici della meditazione
Che ci crediate o no, esistono oltre 3.000 studi scientifici sui benefici della meditazione. Alcuni degli studi hanno indicato che meditare anche solo 10 minuti al giorno per un paio di settimane è già sufficiente per iniziare a sperimentare i benefici di questa pratica.
I benefici della meditazione toccano tutti gli ambiti della persona che la Scienza li ha suddivisi i 5 grandi categorie.
1) CORPO E SALUTE
2) CERVELLO E UMORE
3) CONCENTRAZIONE
4) RELAZIONI
5) PER I BAMBINI
Uno studio condotto in Francia e Spagna alla UW-Madison Waisman Centre indica che la pratica della meditazione produce una serie di effetti genetici e molecolari sui partecipanti. Più precisamente, si sono registrati livelli ridotti di geni pro-infiammatori, che a sua volta hanno portato ad un recupero più veloce del fisico da una situazione stressante.
Le malattie cardiache mietono più vittime rispetto a qualsiasi altra patologia.
In uno studio pubblicato alla fine del 2012, a un gruppo di oltre 200 individui ad alto rischio è stato chiesto di partecipare ad una lezione di educazione sanitaria che promuoveva esercizio fisico e dieta più sana, oppure di prendere parte ad un corso di meditazione trascendentale. Nel corso dei 5 anni successivi i ricercatori che hanno seguito i progressi dei partecipanti hanno scoperto che coloro che hanno frequentato il corso di meditazione hanno registrato una riduzione del 48% del loro rischio di infarto, ictus e morte.
È stato rilevato come la meditazione abbia “significativamente ridotto il rischio di mortalità, infarto miocardico e ictus nei pazienti con malattia coronarica. Questi cambiamenti sono stati associati a pressione sanguigna più bassa e fattori di stress psicosociali”.
Altre ricerche nello stesso campo hanno portato a conclusioni simili.
Questa è la conclusione di oltre 20 studi di controllo tratti da PubMed, PsycInfo, e i Cochrane Databases, che hanno coinvolto diverse tecniche di meditazione, preghiera meditativa, yoga e risposta di rilassamento.
In uno studio pubblicato dall’Associazione coreana di Medicina Tradizionale Genuina, i praticanti della IAM, Integrated Amrita Meditation Technique, hanno mostrato una significativa diminuzione della frequenza cardiaca e di quella respiratoria per un massimo di 8 mesi dopo il periodo di formazione.
In uno studio pubblicato su PubMed, 11 partecipanti che hanno sofferto di fibromialgia sono stati sottoposti a una formazione di meditazione della durata di 8 settimane. Come risultato, i ricercatori hanno riscontrato un miglioramento significativo dello stato di salute generale dei partecipanti e dei sintomi di rigidità, ansia e depressione. Miglioramenti significativi sono stati osservati anche nel numero riportato di giorni in cui i partecipanti si sentivano bene e non erano costretti a saltare il lavoro a causa della fibromialgia.
In una ricerca condotta da un gruppo di neuroscienziati della University of Wisconsin-Madison, due gruppi di persone sono stati esposti a diversi metodi di controllo dello stress. Alcuni di loro hanno ricevuto una formazione di meditazione, mentre l’altro gruppo ha affrontato una terapia che comprendeva l’educazione alimentare, l’esercizio fisico e la musica. Lo studio ha concluso che la meditazione era risultata più efficace nell’alleviare i sintomi infiammatori rispetto ad altre attività promotrici del benessere.
Lo stress psicologico è un potente grilletto per l’infiammazione. Un intervento di riduzione dello stress basato sulla meditazione mindfulness e somministrato in un’audiocassetta durante una terapia a luce ultravioletta ha contribuito ad arginare più rapidamente le lesioni dei pazienti affetti da psoriasi.
I telomeri sono una parte essenziale delle cellule umane che influenzano il loro processo di invecchiamento. Sebbene la ricerca associata non sia ancora conclusiva, alcuni dati suggeriscono che “alcune forme di meditazione possono avere effetti salutari sulla lunghezza dei telomeri, riducendo lo stress cognitivo e aumentando gli stati d’animo positivi, fattori ormonali che possono favorire il mantenimento dei telomeri.”
Esiste un’abbondanza di studi sui benefici che la meditazione può portare al nostro organismo. La scienza ha provato che questo tipo di meditazione è in grado di:
In uno studio condotto presso cinque scuole medie in Belgio che ha coinvolto circa 400 studenti in età compresa tra i 13 e i 20 anni, il Professor Filip Raes ha concluso che “gli studenti che seguono lezioni di meditazione in orari scolastici manifestano una tendenza ridotta verso depressione, ansia e stress fino a sei mesi dopo. Inoltre, questi studenti hanno mostrato meno probabilità di sviluppare sintomi marcati di depressione.”
Un altro studio, condotto presso la University of California su un campione di pazienti che hanno sofferto di depressione in passato, ha concluso che la meditazione diminuisce sensibilmente la ruminazione mentale e i pensieri disfunzionali.
Un ultimo studio conclude che la meditazione può essere efficace nel trattamento della depressione in misura simile ad una terapia antidepressiva.
In una ricerca pubblicata nel Journal of Psychiatry, 22 pazienti a cui era stato diagnosticato un disturbo d’ansia o disturbo di panico sono stati sottoposti ad un training di 3 mesi su meditazione e rilassamento. Come risultato, per 20 di questi pazienti gli effetti di panico e ansia si sono sostanzialmente ridotti, ed i benefici sono perdurati nel tempo come confermato dalle successive visite di controllo.
Uno studio condotto presso la University of Wisconsin-Madison ha osservato come le pratiche di meditazione “Open Monitoring” o a monitoraggio aperto riducano la densità della materia grigia nelle aree del cervello collegate all’ansia e allo stress. Chi meditava era in grado di “seguire momento per momento il flusso di stimoli a cui il gruppo era sottoposto e manifestava una minore inclinazione a ‘rimanere bloccato’ su un qualsiasi stimolo.”
La meditazione Open Monitoring comporta il monitoraggio non reattivo dell’esperienza di meditazione attimo per attimo, ed è utilizzata principalmente come un mezzo per riconoscere la natura dei modelli emotivi e cognitivi.
In una ricerca condotta dalla University of Kentucky, i partecipanti sono stati testati su quattro diverse condizioni: controllo (C), sonno (N), meditazione (M) e privazione del sonno con meditazione. Hanno preso parte all’esperimento sia non meditatori che meditatori principianti e meditatori esperti. I risultati suggeriscono che:
La meditazione fornisce un miglioramento delle prestazioni a breve termine, anche in meditatori principianti. Per i meditatori più esperti, più ore trascorse in meditazione sono associate ad una diminuzione significativa nel tempo totale di sonno se confrontati con individui dello stesso sesso ed età che non praticano la meditazione. Se la meditazione sia in grado o meno di sostituire effettivamente una porzione di sonno o un debito di sonno è sotto ulteriori indagini.
Le donne in gravidanza che hanno preso parte ad un corso formativo di dieci settimane su yoga e meditazione hanno registrato una significativa riduzione dei sintomi depressivi, secondo uno studio pilota svolto dall’Università del Michigan. Le future madri hanno anche mostrato un legame più intenso con i bambini che portavano in grembo. I risultati sono stati pubblicati in “Terapie complementari nella pratica clinica”.
Tre studi sulla meditazione condotti su un gruppo di carcerati hanno suggerito che questa pratica può contribuire a ridurre l’abuso di alcol e sostanze stupefacenti.
Questa è la conclusione di oltre 20 studi controllati attinti dai database di PubMed, PsycInfo, e Cochrane, che coinvolgono tecniche di meditazione, preghiera meditativa, yoga e risposta al rilassamento.
Un’altra ricerca conclude che la meditazione può essere efficace nel trattamento dell’ansia a un livello simile alle terapia a base di farmaci antidepressivi.
Un gruppo di neuroscienziati di Harvard ha condotto un esperimento durante il quale 16 individui sono stati sottoposti ad un corso di meditazione di otto settimane, tramite meditazioni guidate e integrazione della consapevolezza nelle proprie attività quotidiane. I risultati sono stati riportati dalla dottoressa Sara Lazar. Alla fine dell’esperimento, le risonanze magnetiche hanno mostrato un aumento nella concentrazione di materia grigia in corrispondenza delle aree del cervello coinvolte nell’apprendimento e nella memoria, ed in quelle che regolano le emozioni, il senso di sé e la prospettiva.
Altri studi, similmente, mostrano un aumento di materia grigia a livello dell’ippocampo e del lobo frontale nelle persone che meditano regolarmente
Uno studio condotto da Katherine MacLean della University of California ha osservato che durante e dopo una seduta di meditazione i soggetti ad essa sottoposti erano più propensi a mantenere alta la soglia di attenzione, in particolare su attività ripetitive e noiose.
Un altro studio ha dimostrato che, anche con solo 20 minuti al giorno di pratica, gli studenti sono stati in grado di migliorare le loro prestazioni nei test di abilità cognitive, in alcuni casi con risultati anche 10 volte migliori rispetto al gruppo che non meditava. Risultati simili sono stati osservati anche nello svolgimento di compiti che richiedevano un’elaborazione di informazioni e che erano stati progettati per indurre stress da scadenza imminente.
L’esperimento ha evidenziato come i meditatori avessero una corteccia prefrontale più spessa, concludendo che la meditazione potrebbe compensare la perdita di capacità cognitive che sopraggiunge con la vecchiaia.
Un gruppo di ricerca presso l’Università di Montreal ha esposto 13 maestri zen e 13 non praticanti al medesimo grado di calore doloroso, misurando la loro attività cerebrale in uno scanner per la risonanza magnetica funzionale (fMRI). Quello che hanno scoperto è che i praticanti di meditazione riportavano meno dolore. Per essere più precisi, i maestri zen hanno segnalato meno dolore rispetto alla loro produzione neurologica indicata dalla fMRI. In pratica, anche se il loro cervello riceveva la stessa quantità di input, nella loro mente veniva registrato un dolore minore.
In un esperimento condotto dal Wake Forest Baptist Medical Center, 15 volontari sani che erano nuovi alla meditazione hanno partecipato a quattro lezioni di 20 minuti per impararla, concentrandosi sul respiro. Sia prima che dopo la pratica meditativa, l’attività cerebrale di studio dei partecipanti è stata esaminata usando la risonanza magnetica, mentre veniva loro inflitto dolore usando il calore.
Il dottor Fadel Zeidan, autore principale dello studio, spiega che
Questo è il primo studio a dimostrare che anche solo poco più di un’ora di meditazione può ridurre drasticamente sia l’esperienza del dolore sia l’attivazione delle aree del cervello collegata al dolore. (…) Abbiamo riscontrato una riduzione del 40 per cento dell’intensità del dolore e una riduzione del 57% della sgradevolezza legata al dolore. La meditazione ha prodotto una riduzione dello stimolo doloroso superiore anche alla morfina o altri farmaci antidolorifici, che in genere riducono del dolore di circa il 25 per cento.
In uno studio svolto su 50 pazienti affetti da ADHD, il gruppo che è stato sottoposto alla MBCT (terapia cognitiva basata sulla mindfulness) ha dimostrato una ridotta iperattività, una riduzione dell’impulsività e un aumento di capacità di agire con consapevolezza, contribuendo ad un miglioramento complessivo dei sintomi della disattenzione.
I ricercatori della Nottingham Trent University nel Regno Unito hanno scoperto che quando un gruppo di persone con problemi di stress e depressione è stato sottoposto ad un allenamento di meditazione, tutti i partecipanti hanno sperimentato miglioramenti nel benessere psicologico.
Una ricerca dell’Università di Leiden (Olanda) ha dimostrato che la pratica della meditazione “Open Monitoring” o a monitoraggio aperto (monitoraggio non reattivo dell’esperienza momento per momento) ha effetti positivi sulla creatività e sul pensiero divergente. I partecipanti che avevano sperimentato la meditazione hanno mostrato risultati migliori in un compito nel quale veniva richiesto di pensare in modo creativo proponendo nuove idee.
Il multitasking non è solo un falso mito della produttività, ma è anche una fonte di stress. Cambiare focus in continuazione è una tra le attività più faticose per il cervello, e induce sentimenti di distrazione e insoddisfazione del lavoro svolto.
In una ricerca condotta dalla University of Washington e la University of Arizona, il personale delle risorse umane è stato sottoposto a 8 settimane di allenamento sia di meditazione mindfulness che di tecniche di rilassamento del corpo, e i partecipanti hanno svolto un test sul multitasking molto stressante sia prima che dopo l’allenamento. Il gruppo di personale che ha praticato la meditazione ha riportato più bassi livelli di stress e ha mostrato una migliore memoria per i compiti che aveva svolto; hanno anche saltato da un compito all’altro meno spesso e sono rimasti concentrati sui compiti più lunghi.
Uno studio dell’All India Institute of Medical Sciences, condotto su 32 adulti che non avevano mai praticato la meditazione prima, ha dimostrato che se la meditazione è praticata prima di un evento stressante gli effetti negativi dello stress vengono mitigati.
In uno studio pubblicato dalla American Psychological Association, i soggetti che hanno praticato “anche solo pochi minuti di questa meditazione hanno manifestato un maggior senso di connessione sociale e positività verso il prossimo, sia a livelli espliciti che impliciti. Questi risultati suggeriscono che questa tecnica di facile attuazione può contribuire ad aumentare le emozioni sociali positive e diminuire l’isolamento sociale”.
Uno studio condotto dalla Carnegie Mellon University indica che la Meditazione è utile nel ridurre i sentimenti di solitudine, e di conseguenza mitiga il rischio di obesità, mortalità ed espressione dei geni pro-infiammatori.
Nelle tradizioni buddiste esiste una pratica detta metta, da noi tradotta come meditazione di gentilezza amorevole, in cui il praticante si concentra sullo sviluppo di un senso di benevolenza e cura verso tutti gli esseri viventi. Secondo uno studio condotto dalla Emory University, tali esercizi aumentano efficacemente la capacità di entrare in empatia con gli altri attraverso la lettura delle loro espressioni facciali.
Un altro studio sottolinea che lo sviluppo di emozioni positive attraverso la compassione ci fa accumulare diverse risorse personali, tra cui “un atteggiamento di amore verso sé stessi e il prossimo, che include l’accettazione di sé, il sostegno sociale ricevuto, e le relazioni positive con gli altri”, così come risveglia il “sentimento del controllo sulla propria vita” e include “percorsi di pensiero, padronanza ambientale, senso dello scopo nella vita, e resilienza”.
Dopo essere stati assegnati a 9 settimane di training per la coltivazione della compassione (CCT), gli individui sottoposti a un esperimento hanno mostrato miglioramenti significativi in tutti e tre i settori di compassione – compassione per gli altri, ricezione della compassione da parte degli altri, e auto-compassione. In una situazione simile, i praticanti hanno anche sperimentato diminuzione dei livelli di preoccupazione e di soppressione emotiva.
Nell’ambito di una vastissima raccolta di studi effettuati su meditazione e nelle scuole, il portale MindfulnessInSchools.org ha presentato i risultati della ricerca che ha scientificamente riscontrato i seguenti benefici sui bambini che hanno esercitato queste pratiche:
Ci sono stati anche numerosi rapporti di benefici per gli insegnanti e del personale, tra cui:
In poche parole, la scienza conferma l’esperienza di milioni di praticanti: la meditazione ti manterrà sano, aiuterà a prevenire le malattie, ti renderà più felice e migliorerà le tue prestazioni in praticamente qualsiasi compito, sia esso fisico o mentale.
Tuttavia, al fine di sperimentare la maggior parte di questi benefici è necessario praticare la meditazione in modo costante (tutti i giorni).
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